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Don Giovanni 2012 Bassano Del Grappa

DON GIOVANNI
Regia Federico Bertolani
Scene Giulio Magnetto
Costumi Manuel Pedretti
Luci Sandro Dal Pra

NOTE DI REGIA
Questo è il fin di chi fa mal.  E de' perfidi la morte. Alla vita è sempre ugual. Con questa morale si conclude Il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte, il dissoluto è stato punito, l’inconsio è tornato nel suo luogo deputato! Ma Don Giovanni Tenorio riemerge sempre dalle tenebre a mettere in discussione la morale europea. Da circa 700 ann sui palcoscenici, nella carta stampata e addirittura nello schermo cinematografico ricompare con tutta la sua forza la figura del libertino, possiamo quindi senza dubbio parlare di “mito” al pari del dottor Faust o del tormentato Amleto.
Non possiamo accostarci alla musica di Mozart e al libretto di Da Ponte senza accostarci di conseguenza all’evoluzione del personaggio nell’immaginario collettivo occidentale.
E’ da questo presupposto che prende vita questo Don Giovanni ideato per il Bassano Opera Festival.
Don Giovanni e tutti gli altri protagonisti della vicenda liberi da orpelli naturalistici da parrucche e pizzi settecenteschi si stagliano sullo spazio scenico, nitidi nei contorni, pronti a raccontare tutta la loro umanità e contemporaneità. I personaggi divenuti simboli non sono più riconducibili ne a un epoca ne a luoghi definti sono eterni come la loro storia, essi sono semplicemente il libertino, la donna ossessionata, la donna in bilico fra morale e tentazione e ancora il virtuoso amante o la ragazzina spensierata e giosa.
Don Giovanni all’inizio dello spettacolo riemerge proprio come dall’immaginario collettivo o dall’inconscio di ognuno di noi, ponto a raccontare la sua storia fatta di seduzioni, roccambolesche fughe, travestimenti e burle fino alla conclusione che lo relega alle tenebre fino alla prossima volta.
Lo spazio scenico quindi, lungi da intenti realistici, assume anch’esso una valenza simbolica; pannelli scorrevoli e pochi elementi scenografici appaiono e scompaiono pronti a suggerire le ambientazioni previste dal libretto.
E troppo grande e infinito il mito che stiamo raccontando per costringerlo in epoche o spazi, non ce lo perdonerebbe!
FEDERICO BERTOLANI

Ombre e nebbie, le sagome dei protagonisti che si stagliano di profilo sul fondo della scena come le silohuettes tanto care al Diciottesimo secolo. I colori dello sfondo cambiano in funzione dei personaggi e dell’azione: rosso lacca e grigio piombo per Don Giovanni, rosso cremisi per Donna Elvira, celeste chiaro per Donna Anna e Don Ottavio, ancora grigio e poi arancio per Leporello, verde brillante e bianco per Zerlina, Masetto ed i contadini, nero e avorio per il Commendatore. La simmetria con la quale sono trattati lo spazio scenico ed i movimenti di cantanti e coro, richiamano quella un po’ ossessiva ma al contempo incredibilmente affascinante dei film di Peter Greenaway. L’azione sembra sospesa in tempo e luogo indefinito; l’indicazione sul boccascena “Unacittà della Spagna” aumenta il senso di straniamento. […] Questa, in sintesi, la lettura che del capolavoro
mozartiano dà il giovane regista Federico Bertolani, il quale dimostra di possedere un notevole senso estetico, che mette al servizio di uno spettacolo equilibrato nei movimenti, raffinato nel gioco degli sguardi, elegante nella disposizione delle masse.
ALESSANDRO CAMMARANO – OPERACLIK

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Don Giovanni 2012 Bassano Del Grappa
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